
Gli adulti dovrebbero dormire in media dalle 7 alle 9 ore a notte, mentre nei bambini la quantitĂ di sonno varia in base all’etĂ . “La mancanza di sonno – specifica all’Ansa il professor Ciro Indolfi, presidente della SocietĂ italiana di Cardiologia – è un fattore di rischio cardiovascolare, cosa nota da tempo ma non sufficientemente indagata. Ora è stato codificato”.
“Che la deprivazione di sonno sia un fattore di rischio cardiovascolare è un tema importante, come anche l’interruzione del sonno che si associa ad esempio alle apnee notturne – aggiunge Indolfi – chi ne soffre infatti ha un rischio di scompenso, malattie cardiovascolari, ipertensione, maggiore. Per i cardiologi italiani, ai fattori di rischio classici come fumo, inattivitĂ fisica, colesterolo alto, ipertensione, obesitĂ , occorre aggiungere la deprivazione di sonno e soprattutto gli specialisti sono molto attenti al rischio della sindrome delle apnee notturne, collegate a un aumento del rischio cardiovascolare”.
“Non molto spesso però si chiede al paziente informazioni circa la durata e la qualitĂ del sonno. PiĂą che sul numero di ore di sonno – aggiunge poi l’esperto – occorrerebbe focalizzassi anche sulla qualitĂ del sonno. C’è poi una variazione individuale nel benessere legato al sonno: alcuni possono avere un beneficio dal dormire 7 ore, altri dal dormire 8 o 9 ore”. Infine, la sensibilizzazione “deve partire dai giovani, che fanno meno attenzione al sonno specie in estate, non danno importanza alla durata del sonno come fattore protettivo nei confronti di eventi cardiovascolari futuri”.
